I flirt in ufficio ci sono sempre stati e spesso sono inevitabili. Però è meglio seguire qualche regola e qualche consiglio di Alessia dalla A alla Z per evitare clamorosi errori.
I sondaggi sono inequivocabili e dicono che una persona su tre ha avuto una relazione con un collega. In ufficio nascono spesso dei flirt, storie a volte clandestine e a volte che terminano con un bel “…e vissero felici e contenti“. Favoriscono queste storie gli incontri e le occhiate maliziose, si inizia così e si prosegue alla macchina del caffè o all’uscita. Inutile negarlo, sarebbe meglio evitare, ma può capitare ed è buona norma affidarsi alle regole del galateo del flirt in ufficio!
Segnali di flirt, collega speciale…
- Respirate profondamente e rilassatevi perché non state uccidendo nessuno! In Italia solo il 5% delle aziende vietano le relazioni in ufficio.
- Flirtate con una sola persona, perché è già difficile gestire una relazione con un uomo. Figuriamoci flirtare con più persone! Se vogliamo mantenere un equilibrio aziendale e una buona reputazione non flirtiamo con più persone.
- Mettete in chiaro cosa fare se la storia dovesse finire, nulla dura in eterno e la maggior parte dei flirt da ufficio non arriva all’altare.
- Differenziate casa e lavoro. Le vostre discussioni personali devono rimanere distanti dall’ufficio, perché ai colleghi non interessa partecipare alle vostre litigate di famiglia.
- Non illudetevi, non riuscirete a tenere nascosta la relazione, tutto viene a galla prima o poi. Per cui evitate di negare l’evidenza, vi renderete soltanto ridicoli. Peggio ancora se il flirt è col capo. Riducete al minimo i gossip, ammetterlo prima sarà un argomento poco discusso.
- Fino a che la storia non sarà ufficializzata, non parlatene con nessuno. Meno coinvolgerete altri colleghi, rendendoli complici, meglio sarà per voi, così eviterete di essere soggetto di pettegolezzi. Ma non abbiate paura, è successo a molti.
- Prima di uscire con un collega, ricordatevi che non siete in una soap opera di Hollywood. Ma soprattutto ricordatevi che, come diceva Rousseau: “La vostra libertà finisce dove inizia quella degli altri“.
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